Stabilimenti termali Leone e Donzelle a Porretta

Gli edifici e le aree libere di pertinenza delle terme di Porretta situati alle pendici dei monti Sassocardo e della Croce, in prossimità del Rio Maggiore, costituiscono un complesso urbanistico architettonico denominato Terme Alte, di cui la Sala delle Bibite, detta anche Grottino del Chini, fa parte. Anche se venivano utilizzate probabilmente già in età romana, è nel corso del Medioevo che le sorgenti termali porrettane furono riscoperte e valorizzate mediante la costruzione, prima, di abitazioni volte ad ospitare gli utenti e, poi, di edifici per l’uso terapeutico delle acque.

 

Fino al XV secolo le acque delle sorgenti termali opportunamente sfruttate erano quelle del Rio Maggiore, genericamente dette le acque del “bagno de la Porretta”, oggi Terme Alte. Nel corso del Cinquecento, quando si cominciarono a sfruttare anche le fonti lungo il fiume Reno, dette Porretta Vecchia, le due fonti delle acque dislocate lungo il Rio Maggiore, dette genericamente Porretta Nuova, cominciarono ad essere denominate “del Leone” e “delle Donzelle”.

 

Nel Settecento le sorgenti e le fonti termali impiegate per bibite, bagni, docce e fanghi erano ancora le stesse del Cinquecento ed è soltanto nel corso del XIX secolo che le Terme furono ampliate, su iniziativa dell’Amministrazione Provinciale, con lo scopo di sfruttarne al meglio le sorgenti, di potenziare le attrezzature balneari e le infrastrutture. Il nuovo stabilimento delle Donzelle venne costruito nel 1825 su progetto dell’ingegnere Antolini ed inaugurato nel 1826, con ulteriori trasformazioni nel 1840, il Leone Bovi fu inaugurato nel 1868, mentre lo stabilimento detto Palazzina di Marte venne modificato in modo consistente nel 1875, anche se fu oggetto di numerosi interventi per tutto l’Ottocento.

 

Nel corso del XX secolo i principali fabbricati ricadenti nell’area considerata subirono altri interventi ed ampliamenti. Fra lo stabilimento delle Donzelle e il padiglione Marte Reale, si trova la Sala delle Bibite, alla quale si accede da un portale incorniciato con volute, realizzata per quanti volevano bere le acque delle sorgenti del Leone e delle Donzelle.

 

 

Sala delle Bibite degli stabilimenti Leone e Donzelle o Grottino del Chini

 

Si tratta di un ambiente di dimensioni ridotte 3,10 × 4,60 metri, dall’impianto planimetrico rettangolare, la cui peculiarità consiste, all’interno, nel raffinato repertorio decorativo realizzato, probabilmente, negli anni Dieci del XX secolo. La decorazione di questa Sala venne commissionata, dalla società che aveva in gestione le terme, all’artista fiorentino Galileo Chini, il cui marchio della manifattura “Fornaci di San Lorenzo” è ripetuto sugli stipiti della porta d’ingresso. Le pareti sono rivestite da piastrelle ceramiche impreziosite dal lustro metallico ed ornate con motivi geometrici di derivazione secessionista e percorse, in orizzontale, da cornici in grès.

 

Nella parte superiore della parete di fronte all’accesso, è inserito un pannello in maiolica policroma in cui risalta, sul cielo azzurro, la figura di un albero in fiore, affiancato da due cascate stilizzate. Si tratta di un tema naturalistico reso attraverso l’impiego di elementi geometrici che appartengono al repertorio decorativo della Secessione viennese. Il pannello è incorniciato da elementi in gesso, gli stessi che sulla volta riproducono delle stalattiti, evocando così l’idea della grotta, cui rimanda la denominazione dell’ambiente.

Itinerario Liberty - Planning and Realization - Stefano Pelosi - www.stefanopelosi.it