Arciconfraternita della Misericordia

La Confraternita di Misericordia, presente a Borgo San Lorenzo dal 1847, si trasferì nel 1904 in questa nuova sede appositamente costruita su progetto dell’ingegnere Niccolò Niccolai, e nella quale è possibile osservare opere uscite nel corso di diversi anni dalle Fornaci San Lorenzo o prodotte singolarmente da membri della famiglia Chini. L’apparato decorativo infatti si è andato con il tempo ampliando grazie ai contributi di Confratelli o di famiglie borghigiane benestanti che annualmente, spesso in occasione della festa del patrono San Sebastiano, donavano all’Oratorio della Confraternita gli arredi che ancora mancavano. Gli arredi così gradualmente acquisiti, fortunatamente conservati quasi per intero, e spesso nella loro collocazione originale, ci permettono anche di constatarne la varietà qualitativa e quantitativa, poiché la Manifattura Chini non produceva solo ceramiche, ma anche vetri e con la collaborazione dei singoli decoratori, riusciva praticamente a “firmare” l’intera decorazione di un edificio garantendo così, pur nella varietà dei recuperi, una certa unitarietà.

 

TAPPE PRINCIPALI

1904 : l’Arciconfraternita si trasferiva nella sede attuale.

1908 : si inaugurava ufficialmente l’Oratorio ampliato dall’Ing. Niccolai e decorato da Galileo Chini e Pietro Chini che prestavano gratuitamente la loro opera. A questa data la decorazione consisteva nella Lunetta esterna col Salvatore sorgente dal Sepolcro, disegnata da Galileo, realizzata dalle Fornaci San Lorenzo e donata dai Conti Pecori - Giraldi; nel Rosone con Cherubini sulla facciata, in cui è visibile al centro la graticola, simbolo del martirio di San Lorenzo e marchio delle Fornaci stesse; nelle Sei Vetrate Policrome per le finestre, ornate di stemmi familiari e di iscrizioni che ricordano le opere di Misericordia (di cui oggi solo tre sopravvivono); infine nella Madonna col Bambino, dipinta sul catino absidale, impropriamente detta Mater Misericordiae, eseguita da Galileo Chini.

 

1911 : per la festa di San Sebastiano i “festaiuoli”, cioè i due confratelli eletti ed incaricati di provvedere all’organizzazione della ricorrenza festiva, donavano alla Confraternita una statua di San Sebastiano in cartone - pietra, quella attualmente sull’altare, mentre le Fornaci arricchivano l’altare destro, dove tuttora si trova, di un’immagine della Madonna col Bambino e San Giovannino in terracotta dipinta, che recupera la tradizione rinascimentale fiorentina, personalizzata dall’effetto di mosaico dorato dato dalle tessere di ceramica che l’incorniciavano.

1913 : per la festa di San Sebastiano veniva esposta sull’altare l’immagine di San Giuseppe col Bambino, attualmente sull’altare laterale sinistro, donata dai Confratelli e realizzata dalle Fornaci. Stilisticamente del tutto affine all’altra con la Madonna, il Bambino e San Giovannino che orna l’altare gemello, questa piccola terracotta presenta in maniera originale l’immagine di Gesù Bambino col solo San Giuseppe, inedita nel repertorio iconografico rinascimentale cui certamente ci si è ispirati. Venivano aggiunti in questa occasione gli Stemmi della Misericordia e di San Lorenzo entro ghirlande di frutta che tuttora si conservano sui due altari. 

1915 : per la festa di San Sebastiano il provveditore della Misericordia, don Luigi Tesi, offriva alla Confraternita la Bussola Vetrata posta all’ingresso dell’Oratorio. Il progetto  si deve a Dino Chini, cugino di Galileo, che il 25 aprile 1915 sarà nominato “capoguardia” della Misericordia; le Fornaci si occuparono della vetraria mentre il falegname - stipettaio Cesare Bini lavorò alla parte lignea. I vetri policromi rappresentano lo stemma della Misericordia e la dedica del donatore con lo stemma della sua famiglia. Dino Chini eseguiva in questa occasione anche i lavori di rifinimento della Riquadratura pittorica dei due altari laterali.

1916 : per la festa di San Sebastiano i “festaiuoli” Igino Berretti e Federigo Sicuteri donavano alla Confraternita la Porta di Ingresso, disegnata da Dino Chini e armonizzante con lo stile quattrocentesco della facciata. Come si vede, alla libertà di recupero operata dai Chini all’interno del repertorio figurativo tradizionale, corrisponde una certa approssimazione del giudizio del pubblico, che otto anni prima aveva definito “gotico” l’edificio.

1930 : si inaugurava la nuova facciata con l’aggiunta del coronamento ad archetti e del piccolo campanile, dovuti all’Ing. Severino Crott, dopo la morte dell’Arch. Giusti. Alla decorazione soprintende questa volta Pietro Chini: sulla nuova fronte dell’edificio vengono collocati e si vedono tuttora gli Stemmi in ceramica delle famiglie che con loro elargizioni hanno reso possibili i lavori: Pecori Giraldi, Del Campana, Romanelli, Maganzi - Baldini, Frescobaldi. Le finestre bifore vengono tamponate con “adatte vetrate” delle Fornaci; infine nel tabernacolo in angolo viene posta una statua in terracotta dell’Immacolata, realizzata dal francescano P. Rossi. Attualmente la statua è conservata all’interno e sostituita con una copia in pietra.

 

Nel corso degli anni Trenta si ritiene siano stati aggiunti i due Angeli Reggicero che attualmente si trovano sugli altari laterali; infatti non sono ricordati nella documentazione desunta dai periodici, ma recano il marchio che le Fornaci usarono fino al 1939. Si tratta di veri e propri calchi dagli angeli che Luca della Robbia realizzò per la Sacrestia del Duomo di Firenze, “ammodernati” però con una cromia diversa rappresentata da stelline dorate, tipiche della manifattura. 

 

Non si ha notizia di quando sia stata aggiunta l’Acquasantiera in terracotta invetriata a forma di conchiglia e con un cherubino sulla fronte, a destra dell’ingresso. Essendo identica a quelle che si trovano nella Cappella del Poggiolo alle Salaiole, decorata da Tito Chini nel 1923, potrebbe esser stata prodotta in quella occasione, oppure risalire anch’essa agli anni trenta, seguendo la consuetudine di riutilizzare vecchi modelli in tempi diversi. 

Itinerario Liberty - Planning and Realization - Stefano Pelosi - www.stefanopelosi.it