Casa di Riposo "San Francesco"

Poco distante dal convento dei Cappuccini, oltre la strada provinciale si trova la Casa di Riposo “San Francesco”, costruita a partire dal 1929 e ornata nel corso degli anni con numerose suppellettili in ceramica prodotte dalle Fornaci San Lorenzo e con pitture murali che si devono con ogni probabilità a uno dei decoratori della famiglia Chini. All’interno, davanti all’ingresso, un rilievo in ceramica policroma raffigurante San Francesco è firmato Augusto Chini e datato “anno VI” dell’era fascista quindi 1928, risale cioè all’epoca del progetto di edificazione del ricovero. Entrando, a destra, è appeso un altro San Francesco, quasi a tutto tondo, invetriato di bianco e azzurro, modellato da Guido Calori negli anni ‘40 e donato da Chino Chini al Priore Massimo da Porretta. Nella Sala del Consiglio è un Crocifisso in ceramica policroma, mutilo nella parte inferiore, altro esempio della produzione neorinascimentale delle Fornaci, in questo caso l’ispirazione donatelliana può essere stata tratta dal Crocifisso di Santa Croce a Firenze oppure da quello del vicino convento del Bosco ai Frati. Nei due refettori della Casa di Riposo si conservano i pezzi di maggior rilievo.

 

In quello femminile due pannelli composti di piastrelle di ceramica, uno con putti che sorreggono la scritta “Salve”, l’altro con tre Cherubini, possono risalire agli anni ‘30, ma riutilizzano disegni di Galileo Chini dei primi anni del secolo. Nel refettorio maschile invece, due lunette, ancora di ispirazione rinascimentale. La prima una Annunciazione, versione Augusto Chini, che varia soltanto nell’aggiunta del colore giallo da quella vista nel convento dei Cappuccini, realizzata nel 1957 in memoria a padre Chino. L’altra una Santa Martire in terracotta policroma. Quest’ultima reca il marchio in uso presso la manifattura nella fase più tarda, cioè a partire dal 1939. Nel vano delle scale che conducono al piano superiore è appesa una lastra funebre in Grès raffigurante il Salvatore, che riproduce quella che si trova nel cimitero comunale di Scarperia, dove è sepolto Leto Chini; un’altra immagine di Cristo  nella popolare iconografia del Sacro Cuore ideata da Pompeo Batoni nel Settecento, è realizzata con piastrelle in ceramica con belle decorazioni geometriche in blu e oro e si trova appesa poco più in alto. La decorazione pittorica della parete di accesso alla Cappella delle Messe, inaugurata nel 1940, reca semplici disegni geometrici uniti al simbolo del Terz’Ordine Francescano.

 

 

Non ci sono elementi stilistici sufficienti per attribuire all’uno o all’altro dei Chini, benché la data relativamente recente e la semplice modernità delle decorazioni possono far pensare a Tito, o meglio a un suo collaboratore, ad esempio Pietro. Ai lati dell’ingresso sono appesi due tondi in terracotta policroma con calchi dell’Arcangelo Gabriele dell’Annunciazione di Andrea della Robbia, già riprodotta nelle due lunette viste. Nella Cappella mortuaria, sulla parete di fondo dipinta in modo da simulare un tappeto, c'è una lunetta in ceramica con Cristo in Pietà. Poco distante, una Madonna col Bambino e San Giovannino uguale nel modello a quelle presenti nell’oratorio della Misericordia e nel convento dei frati Cappuccini, in terracotta dipinta di bianco in modo da fingere il marmo, ha lo sfondo azzurro e le decorazioni evidenziate in oro. Infine all’esterno, sul retro, un’altra lunetta in ceramica raffigurante Cristo, panneggiato di nero su fondo color rame e affiancato dai simboli della Passione, è realizzata dalle Fornaci su disegno di Galileo Chini.

Itinerario Liberty - Planning and Realization - Stefano Pelosi - www.stefanopelosi.it