Palazzo Cassa di Risparmio di Pistoia

La sede della Cassa di Risparmio di Pistoia è un palazzo che si trova nel cuore medievale di Pistoia a pochi passi da piazza del Duomo.

 

Nel 1897 la Cassa di Risparmio di Pistoia, una tra le più antiche della Toscana, fondata nel 1831, bandiva un concorso nazionale per la costruzione di una nuova e prestigiosa sede cittadina. Risultato vincitore il progetto dell’architetto Azzolini, che rispondendo a quanto richiesto e attenendosi al gusto dell’epoca, si ispirava alle forme dell’architettura fiorentina del Quattrocento. Nonostante l’evidente fedeltà al modello di riferimento, vengono introdotti negli elementi decorativi esterni dell’edificio alcune novità il cui intento è stato senz’altro il tentativo di ingentilire la struttura. Tra le finestre del pian terreno e quelle del primo piano corre un bel fregio policromo di ispirazione Robbiana, realizzato in terracotta smaltata ed invetriata, composto da medaglioni che recano i ritratti di alcuni celebri economisti italiani e stranieri, alternati agli stemmi dei Comuni della provincia di Pistoia. Al secondo piano era presente un ciclo di affreschi ormai perduto, che esaltava in chiave allegorica il lavoro dell’uomo. Nell’ angolo a sinistra di chi guardava il palazzo erano simbolicamente raffigurate la Beneficenza e la Previdenza, e in quello a destra il Lavoro e la Prosperità. 

 

Varcata la porta di ingresso si accede ad un atrio porticato in stile quattrocentesco, con archi a tutto sesto sorretti da colonne in pietra serena. A destra di chi entra si apre lo scalone che conduce al piano superiore, le cui pareti e la volta rivelano in tutto il loro fulgore gli affreschi di Galileo Chini. Altri interventi che Galileo Chini fece sono le decorazioni, con la tecnica dell’affresco, di alcuni dei vestiboli e dei principali ambienti del secondo piano, come la Sala delle assemblee. Osservando la ricchezza decorativa è possibile capire come all’epoca le cosiddette arti maggiori (pittura, scultura ed architettura) fossero ancora reciprocamente integrate con le arti minori, ovvero con quei manufatti che oggi definiremmo artigianali, paziente opera di sapienti scalpellini, intagliatori e intarsiatori, eredi delle antiche botteghe toscane. 

 

Gli affreschi del Palazzo della Cassa di Risparmio hanno rappresentato per Galileo Chini la sua prima importante e impegnativa commissione. Su una vastissima superficie egli ha composto un sviluppo continuo, sinuoso ed elegante, di figure e motivi ornamentali, con scene intricate di racemi, piumaggi di pavoni e festoni d’alloro sorretti da putti, che seguono ed accompagnano le raffinate partiture architettoniche in pietra serena dei vari ambienti. 

 

Si può notare come in questo ciclo pittorico Galileo Chini trascende il gusto e lo stile neorinascimentale, per avvicinarsi ai modi e alle forme proprie dell’Art Nouveau. I colori che Galileo Chini usa sono puri e squillanti. Le accese e cangianti tonalità dei bianchi e dei rossi, il blu oltremare, raggiungono la massima esaltazione nel confronto reciproco con la foglia oro. Tali soluzioni estetiche, piuttosto innovative se le pensiamo applicate all’affresco, erano proprie di Galileo Chini grazie alla sua celebre attività di ceramista Liberty.

Itinerario Liberty - Planning and Realization - Stefano Pelosi - www.stefanopelosi.it